Certamente il bravo architetto, colui che sa ben orchestrare i diversi paradigmi dello spazio, esiste e si esprime da sempre. Nei secoli scorsi si sono realizzati capolavori che conservano il loro valore resistendo le mode dei tempi. L'intuizione geniale, che sopperiva alla mancanza di prove scientifichee dati tangibili, ha guidato i progettisti e artisti fino a ieri, e cioè fino a quando lo sviluppo delle neuroscienze ci ha permesso di entrare nei meandri dei processi cognitivi e di conoscere i meccanismi sinaptici che legano non solo la visione, ma l'olfatto il tatto e l'udito ai vari stati emotivi, creativi, cognitivi, operativi del nostro cervello.
Neurone al microscopio
Semir Zeki e Vilayanur Ramachandran, entrambi neurobiologi, dediti principalmente agli aspetti visivi della nostra percezione, sono stati i primi a fornire basi ad un processo, ancora in atto, di teorizzazione delle discipline che riguardano il mondo costruito e che sono tutte legate fra loro: l'architettura, l'urbanistica, l'ergonomia. Senza andare nei dettagli delle loro teorie si può con certezza affermare che il processo percettivo e cognitivo non è un processo seriale e legato a funzionamenticircoscritti dell cervello, ma parallelo, legato a sinapsi che intercorrono in più aree contemporaneamente quanto più è complessa l'attività cerebrale coinvolta.
Walter Gropius
La rivoluzione che la nascente Neuro-estetica porta a partire dai primi anni '80, sta nell'approccio psicometrico, capace di verificare il reale comportamento neuronale e che porta all'affermazione delle Scienze Cognitive. Si definisce così un movimento che possiamo definire "cognitivista" , che si impone ad un programma di lavoro della psicologia sperimentale che aveva alimentato il dibattito sulle scienze percettive alcuni decenni prima, quello della Gestalt.