Sacro e Divano: a ciascuno il suo.

Sacro e Divano: a ciascuno il suo.

... dobbiamo tenere presente che non solo il concetto di sacro  in oriente e in occidente trova due definizioni distanti tra loro, ma anche la idea stessa di comfort è molto diversa. L'architettura, come ogni  linguaggio, è relativa alla cultura di appartenenza: spesso è difficile proporre traduzioni "letterali" laddove i presupposti sono inconciliabili.

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Casa Dolce Casa

E' uscito recentemente il libro del neuro-antropologo John S.Allen "Home - How Habitat made us Human" (vedi foto) che ci spiega quanto il concetto di casa, nel senso proprio di focolare domestico, sia importante per la nostra formazione culturale e psicologica.

Copertina del Libro 

Copertina del Libro 

La casa nasce anche come soluzione alla necessità di rilassamento, alla ricerca del benessere, e non solo come riparo dagli eventi meteorologici e dalle minacce delle altre specie. Essa diventa luogo indispensabile per la formazione della nostra personalità nella fase adolescenziale, in stretta dipendenza dalla nostra cultura. Esserne privato potrebbe avere effetti sui più profondi meccanismi cognitivi, fino ad essere causa di malattie mentali. Gli homeless contano infatti un'alta incidenza di schizofrenia all'interno della loro categoria ed anche le emigrazioni di massa sono causa di un violento sradicamento dalle proprie abitudini. Ma a parte questi due casi estremi, quali considerazioni utili possiamo fare a riguardo della nostra realtà occidentale in cui "l'emergenza casa" è quasi del tutto risolta?
In realtà il problema legato alla residenza esiste ancora, ma è di tipo qualitativo, ed è legato all'arricchimento del significato di benessere associato alla casa. Godere di buona salute fisica e contare su una sicurezza economica ed occupazionale non bastano: la crisi scatta nel momento in cui si avverte il bisogno di migliorare il proprio equilibrio spirituale, sociale e cognitivo. La casa deve tenere conto di questa nuove esigenze e una progettazione "partecipata" ed "integrata" può offrire una risposta.

Grafico di G. Ascione

Grafico di G. Ascione

Una volta era semplice interpretare le diverse condizioni geografiche e culturali che portavano a costruire un igloo piuttosto che una palafitta,poi col tempo l'idea di comfort si è imposta fortemente ed ha preteso  competenze sempre più specifiche. Oggi ci troviamo di fronte ad un nuovo punto di svolta: il senso del "piacere" soppianta quello legato al "comfort".  

Grafico di G. Ascione

Grafico di G. Ascione

Esistono nuove esigenze, aumentano i requisiti per uno spazio costruito, e le competenze delle figure professionali tradizionali non bastano. Gli strumenti per rispondere in modo affidabile alle nuove esigenze sugli spazi costruiti  esistono, essi sono forniti da diversi campi interdisciplinari già menzionati negli articoli precedenti(neuropsicologia,scienze cognitive, etc.).

La figura dell'architetto, impegnata già da molti decenni a ridefinire continuamente il suo ruolo all'interno di  una macchina costruttiva sempre più complessa, soffre di una crisi di identità. 

Ora più che mai sarebbe il momento giusto per definirne un nuovo percorso formativo: quello del neuro-architetto

 

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Giusi Ascione

Architetto abilitato dal 1992, LEED Green Associate, con un’esperienza decennale all’estero presso studi di progettazione internazionali (Burt Hill, EMBT/ RMJM, Forum Studio/Clayco). Rientra in Italia nel 2008 per avviare ABidea, dedicato alla progettazione e al retrofit. Nel frattempo presta consulenza presso Proger Spa, NeocogitaSrl, collabora con il GBCItalia. Consulente architetto per spazi rigeneranti e formatore di CFP per architetti, è coinvolta anche in attività di ricerca interdisciplinare centrata sulle relazioni tra il comportamento umano e lo spazio costruito. (EBD - Environmental Psychology)

Il Rapporto tra Architettura e Scienze Percettive nel Tempo

Il campo interdisciplinare che unisce Neuroscienze e Architettura non fa altro che legittimare un antico percorso di ricerca sui profondi legami  tra  la nostra capacità interpretativa e gli stimoli percettivi che ne sono causa.

Marco Vitruvio Pollione, riferimento poi per Leon Battista Alberti nel quindicesimo secolo, riportava il seguente passo nel suo "De Architectura" scritto intorno al 15 a.C. : 

Uomo Vitruviano

Uomo Vitruviano

"...L'architetto  deve avere infatti nozioni di geometria, matematica, ottica ed acustica. Deve conoscere la legge, poiché la costruzione deve seguire precise norme;  la teologia, nel caso di edificazione di templi, affinché questi siano graditi agli Dei; l’astronomia, poiché particolari tipologie di edifici, soprattutto i  luoghi di culto, debbono tenere conto della posizione degli astri; la meteorologia, in relazione al microclima del luogo di costruzione;l’anatomia e la medicina, poiché si costruisce per la vita dell'uomo. L’architetto deve dunque conoscere le proporzioni umane, e tenere in conto illuminazione, arieggiamento e salubrità di città ed edifici. Deve inoltre possedere una vasta cultura generale, anche filosofica."

Neurone al microscopio

Neurone al microscopio

 

Certamente il bravo architetto, colui che sa ben orchestrare i diversi paradigmi dello spazio, esiste e si esprime da sempre. Nei secoli  scorsi si sono realizzati capolavori che conservano il loro valore resistendo le mode dei tempi. L'intuizione geniale, che sopperiva alla mancanza di prove scientifichee dati tangibili, ha guidato i progettisti e artisti fino a ieri, e cioè fino a quando lo sviluppo delle neuroscienze ci ha permesso di entrare nei meandri dei processi cognitivi e di conoscere i meccanismi sinaptici che legano non solo la visione, ma l'olfatto il tatto e l'udito ai vari stati emotivi, creativi, cognitivi, operativi del nostro cervello.

  

 

 

Neurone al microscopio

Semir Zeki e Vilayanur Ramachandran, entrambi neurobiologi, dediti principalmente agli aspetti visivi della nostra percezione, sono stati i primi a fornire basi ad un processo, ancora in atto, di teorizzazione delle discipline che riguardano il mondo costruito e     che sono tutte legate fra loro: l'architettura, l'urbanistica, l'ergonomia. Senza andare nei dettagli delle loro teorie si può con certezza affermare che il processo percettivo e cognitivo non è un processo seriale e legato a funzionamenticircoscritti dell cervello, ma parallelo, legato a sinapsi che intercorrono in più aree contemporaneamente quanto più è complessa l'attività cerebrale coinvolta.


 

 

Walter Gropius

La rivoluzione che la nascente Neuro-estetica porta a partire dai primi anni '80, sta nell'approccio psicometrico, capace di verificare il reale comportamento neuronale e che porta all'affermazione delle Scienze Cognitive. Si definisce così un movimento che possiamo definire "cognitivista" , che si impone    ad un programma di lavoro della psicologia sperimentale che aveva alimentato il dibattito sulle scienze percettive  alcuni decenni prima, quello della  Gestalt. 

Walter Gropius

Walter Gropius


Questa, sulla scia dell'analisi della teoria della percezione di W. Gropius e l'eco della sua pubblicazione "Is there a sience of Design” del 1947, esprimeva inequivocabilmente la necessità di comprendere il design sulla base di ricerche obiettive. 

La Gestalt però soffrì della sua difficoltà a misurarsi con il metodo sperimentale nascente e alla fine degli anni 70, il movimento lentamente si spegneva, anche se mai del tutto...

 

 

 

 

 

 

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Giusi Ascione

Architetto abilitato dal 1992, LEED Green Associate, con un’esperienza decennale all’estero presso studi di progettazione internazionali (Burt Hill, EMBT/ RMJM, Forum Studio/Clayco). Rientra in Italia nel 2008 per avviare ABidea, dedicato alla progettazione e al retrofit. Nel frattempo presta consulenza presso Proger Spa, NeocogitaSrl, collabora con il GBCItalia. Consulente architetto per spazi rigeneranti e formatore di CFP per architetti, è coinvolta anche in attività di ricerca interdisciplinare centrata sulle relazioni tra il comportamento umano e lo spazio costruito. (EBD - Environmental Psychology)

Cosa si intende per Neuroscienze e Architettura ?

foto di Nicola De Pisapia

foto di Nicola De Pisapia

L’ambiente costruito influenza le nostre percezioni, le nostre emozioni, le nostre capacità d’interazione, i nostri sogni e le nostre personalità. Tutti questo processi - di cui gli architetti ne intuiscono i meccanismi – trovano il loro substrato ultimo nel nostro sistema nervoso. Le neuroscienze legano la nostra esperienza quotidiana alle percezioni multisensoriali ed al modo con cui esse si trasformano in emozioni, empatie e comportamenti complessi. Qual è il motivo per cui figure simmetriche risultano piacevoli, qual è il meccanismo che ci rende estasiati di fronte ad una volta decorata, come mai una certa tonalità di luce ci rende più propensi a socializzare oppure ad isolarci? Molte sono le domande d’interesse architettonico a cui le neuroscienze cominciano a dare risposte, ma tante ancora sono quelle che non hanno una spiegazione.

L'architettura è stata da sempre considerata una disciplina tesa a rendere la vita degli individui più confortevole, rispondendo alle loro esigenze. La sua utilità ha rappresentato la caratteristica essenziale, ma quando le speculazioni sul tema sono incominciate a diventare più sofisticate, sono state pretese prestazioni più complesse per soddisfare esigenze spirituali oltre fisiche di semplice dimora.

I risultati delle ricerche neuroscientifiche degli ultimi decenni hanno permesso di entrare nei meandri dei processi cognitivi e di conoscere i meccanismi neuronali che legano i nostri sensi ai vari stati emotivi, creativi, cognitivi, e operativi del nostro cervello.

La complessità derivante sia dalla multidisciplinarietà che dalla giovane età di questo campo di ricerca necessita di un atteggiamento prudente e collaborativo. Non esiste un nuovo decalogo fisso e universale per il costruito, ma esiste un contesto in cui s’interviene e si cerca di risolvere ed analizzare di volta in volta le esigenze degli occupanti e della committenza, in una visione dello spazio inteso come strumento attivo e proattivo nei confronti delle attività che si svolgono in esso. 

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Giusi Ascione

Architetto abilitato dal 1992, LEED Green Associate, con un’esperienza decennale all’estero presso studi di progettazione internazionali (Burt Hill, EMBT/ RMJM, Forum Studio/Clayco). Rientra in Italia nel 2008 per avviare ABidea, dedicato alla progettazione e al retrofit. Nel frattempo presta consulenza presso Proger Spa, NeocogitaSrl, collabora con il GBCItalia. Consulente architetto per spazi rigeneranti e formatore di CFP per architetti, è coinvolta anche in attività di ricerca interdisciplinare centrata sulle relazioni tra il comportamento umano e lo spazio costruito. (EBD - Environmental Psychology)